Il cassonetto "intelligente" lo apriremo con la smart card
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- Creato Lunedì, 27 Febbraio 2012 19:13
- Ultima modifica il Lunedì, 26 Maggio 2014 12:21
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Articolo tratto da www.repubblica.it del 27 febbraio 2012 di Ludovica Amoroso
E' PARTITO dall'Emilia Romagna l'ambizioso progetto della multiutility italiana Hera ideato per rivoluzionare il sistema di raccolta differenziata. Come? Attraverso la realizzazione di "cassonetti intelligenti" tecnologicamente avanzati, nati per sondare le abitudini dei consumatori, ma soprattutto per intercettare i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). L'obiettivo sarà raddoppiarne la raccolta e tracciarne il completo ciclo, fino al recupero o al trattamento finale. Dopo Spilamberto, in provincia di Modena, sarà il turno di Bologna, Castenaso, Ravenna e Lugo.
Un progetto unico in Europa, per un totale di 3,5 milioni di euro, co-finanziati dalla UE all'interno del programma "LIFE + Politica e governance ambientali", per mettere in pratica le nuove regole stabilite da Strasburgo - annunciate lo scorso 19 gennaio - sulla gestione dei rifiuti elettronici. Un'occasione per l'Italia, soprattutto dopo la condanna della Corte dei Diritti dell'Uomo per la mala gestione della spazzatura in Campania. Il test ha coinvolto inizialmente 2000 cittadini (a partire dallo scorso novembre) per poi allargarsi all'intera popolazione di Spilamberto con l'obiettivo di raggiungere il 70% di raccolta differenziata sul territorio comunale, senza incidere sui costi del servizio.
Il peso (in)sostenibile delle nostre importazioni
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- Creato Lunedì, 27 Febbraio 2012 19:02
- Ultima modifica il Lunedì, 26 Maggio 2014 12:21
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Solo caffè, cotone, carta e olio di palma «pesano» per mezza tonnellata all'anno di risorse per ogni italiano
Quasi 8 miliardi di metri cubi di acqua utilizzati, oltre 34 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti emesse in atmosfera, 85 mila chilometri quadrati di terra sottratti ad agricoltura e biodiversità, più di 20 milioni di tonnellate di biomassa coltivata prelevati dagli ecosistemi, 38 milioni di tonnellate di sedimenti, rocce e minerali erosi. Un totale che vale mezza tonnellata di risorse all’anno prelevate in natura per ogni cittadino italiano. È il peso (in)sostenibile delle importazioni italiane di caffè, carta e pasta di carta, cotone e olio di palma: quattro risorse naturali collegate a settori industriali strategici del mercato italiano, quali il tessile, l’alimentare e il cartario, il cui prelievo in natura e relativa filiera produttiva hanno un forte impatto sull’ambiente, e di cui i protagonisti del mercato, a partire dalle imprese, devono assumersi la responsabilità.
Dieci recessioni su undici causate dagli aumenti del petrolio: la crisi secondo Nature
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- Creato Domenica, 19 Febbraio 2012 17:23
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Articolo tratto da www.ilfattoquotidiano.it di Davide Patitucci 16 febbraio 2012
Tra lo spread altalenante, i debiti sovrani che appesantiscono i bilanci degli stati e i severi giudizi delle agenzie di rating, l’oro nero era quasi passato in secondo piano. Tutti credevano che la crisi fosse di carattere finanziario, eppure è ancora lui uno dei protagonisti principali di questi tempi difficili. Lo sostiene la prestigiosa rivista scientifica Nature, che ha pubblicato un’approfondita analisi sull’incidenza del prezzo del petrolio nella crisi globale. Secondo il report del settimanale britannico, “delle undici recessioni verificatesi negli Usa dopo la Seconda guerra mondiale, dieci, tra cui l’ultima, sono state precedute da un balzo improvviso dei prezzi del greggio”. E’ la stessa Agenzia internazionale per l’energia a certificare che, quando il prezzo del petrolio supera i 100 dollari al barile (in questo periodo è attorno ai 110) è l’intera economia mondiale a entrare in sofferenza.
“A partire dal 2005 la produzione convenzionale di greggio non è cresciuta di pari passo con la crescita della domanda, malgrado un aumento del prezzo del Brent sulla piazza di Londra di circa il 15 per cento all’anno – sottolinea il periodico inglese – Anzi, la capacità produttiva dei campi petroliferi sta declinando in tutto il mondo a un tasso annuo compreso tra il 4,5 e il 6,7 per cento e sembra aver raggiunto un tetto negli ultimi sette anni”. Meno petrolio estratto, domanda di energia in crescita e prezzi che s’impennano. Un circolo vizioso difficile da spezzare. “Se continuerà questa curva decrescente – stima Nature - avremo bisogno di nuovi giacimenti che diano più di 64 milioni di barili al giorno, una cifra quasi corrispondente all’intera produzione odierna. Ed è molto improbabile che ciò accada. Non vuol dire che stiamo restando senza oro nero, ma - denuncia Nature - stiamo finendo il petrolio che può essere prodotto con facilità e a basso prezzo”. Le risorse degli altri combustibili fossili non sembrano in grado di colmare il buco. La produzione di carbone degli Stati Uniti, per esempio, ha toccato il suo massimo nel 2002 e il picco mondiale, secondo le proiezioni di Nature, dovrebbe raggiungersi nel 2025.
Auto elettrica, l'industria italiana deve farsi avanti per promuoverla
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- Creato Venerdì, 10 Febbraio 2012 18:36
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Articolo tratto da www.energia24club.it di Luca Re del 30 Gennaio 2012
Magari non sarà proprio l'anno della verità, ma il 2012 fornirà di sicuro le prime risposte sul mercato dell'auto elettrica. Quindi un anno di svolta, come ha ricordato l'industria automobilistica (Renault, Pininfarina) al recente convegno organizzato a Milano da Asso Energie Future e dall'assessorato all'Ambiente del capoluogo lombardo. Si capirà se gli sforzi compiuti finora avranno un seguito: di vendite, di sviluppi tecnologici nelle infrastrutture, d'incentivi, di cambiamenti nelle abitudini dei guidatori. Anche se ci vorranno parecchi anni per sfondare la nicchia. Le previsioni sono incerte. Il dato che si cita maggiormente è 10% di veicoli a zero emissioni nel 2020, sul totale delle vetture circolanti; per l'Italia equivarrebbe a 3,3 milioni di mezzi alimentati esclusivamente dalle batterie, con più di 360.000 immatricolazioni l'anno da qui in avanti.
Il nostro Paese è però in ritardo, sotto vari aspetti. L'ha spiegato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. C'è un disegno di legge bipartisan che ancora langue in parlamento. Mancano gli incentivi finanziari, come il bonus per l'acquisto o il credito d'imposta (Clini ha suggerito una riduzione dell'Iva). Si dovrebbe agire, ha ricordato il ministro, sull'esempio della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici. In questo caso, il ritorno economico complessivo è triplo rispetto all'importo del credito, considerando gli investimenti, l'emersione del nero, l'aumento dell'occupazione e così via. Per l'auto elettrica il discorso potrebbe essere simile.
Manifesto dei ciclisti per la sicurezza in città “Sensori sui tir e limiti di velocità per le auto”
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- Creato Venerdì, 10 Febbraio 2012 18:31
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Articolo tratto da www.ilfattoquotidiano.it di Alessandro Madron 8 febbraio 2012
Una critical-mass digitale per accendere i riflettori sul problema della sicurezza dei ciclisti. Una quarantina di blogger italiani, appassionati a vario titolo delle due ruote a pedali, stanno rilanciando in queste ore sulla rete una campagna di sensibilizzazione partita qualche giorno fa dalle colonne del Times. Il quotidiano londinese ha sollevato il problema della mancanza di sicurezza per i ciclisti sulle strade (in Gran Bretagna ne sono morti 1275 in dieci anni), declinando la soluzione in un manifesto di otto punti. Un documento che in Italia è stato notato e apprezzato dai blogger di settore, che hanno deciso di farlo proprio e divulgarlo. Così sono iniziate a circolare mail e link, su twitter #salvaciclisti sta diventando uno dei trend della giornata e su facebook cresce di ora in ora il gruppo “salviamo i ciclisti”.